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Quesiti all’ICCU: data di copyright e di stampa

Abbiamo posto all’ICCU il seguente quesito sull’applicazione delle REICAT:


Discutendo con alcuni bibliotecari del Polo SBN Ligure è sorto un dubbio sull’interpretazione del paragrafo della Circolare REICAT relativo al paragrafo 4.4.4 (Data di pubblicazione).

La circolare dice:

Gli anni di copyright o di stampa si riportano senza la qualificazione

Il dubbio deriva dal fatto che le REICAT parlano del caso in cui, in un documento privo di data di pubblicazione, la data di copyright e stampa si possano considerare equivalenti alla data di pubblicazione, mentre la circolare sembra parlare in assoluto: significa che la data di copyright o di stampa non va mai qualificata neppure quando certamente non corrisponde alla data di pubblicazione (o non si sa se corrisponda), oppure non si qualifica solo quando equivale alla data di pubblicazione?

L’ICCU (nella persona di Cristina Magliano) ha risposto quanto segue:

La circolare fa riferimento alle REICAT quindi quando la data di copyright o di stampa si considerano equivalenti alla data di pubblicazione si riportano senza qualificazioni. Quando si ha una data di copyright e non si è certi che sia equivalente alla data di pubblicazione (vedi REICAT 4.4.4.3), si riporterà tale data come data presunta di pubblicazione in parentesi quadre seguita da un punto interrogativo senza qualificarla. Si potrà darne segnalazione in una nota [veramente questo da REICAT 4.4.4.3 sembra obbligatorio]

In effetti la domanda era mal posta: secondo le REICAT, riprese dalla circolare ICCU, le date di copyright e di stampa non si qualificano mai, ma si danno

  • o direttamente come data di pubblicazione
  • o come data presunta di pubblicazione tra quadre e col punto interrogativo

È chiaro che tali date non si danno tra quadre senza punto interrogativo, perché se sono certe come date di pubblicazione si riportano senza quadre.

Si vede che facciamo un po’ di fatica ad abituarci a questa innovazione.

Da notare che esiste anche un altro caso, e cioè quello in cui la data di copyright o di stampa sono sicuramente diverse dalla data di pubblicazione: in questo caso tali date si ignorano e si formula una data certa o incerta basandosi su altri elementi, come indicato anche in REICAT 4.4.4.2 e 4.4.4.3.

Risulta comunque che nelle regole per la catalogazione del materiale musicale si pensa di mantenere l’uso della data di copyright e phonogram con relativa qualificazione.

Ancora sulla data di pubblicazione

I rilievi mossi alla scelta “semplificazionista” delle REICAT in materia di data di pubblicazione meritano una ulteriore osservazione determinata dalla recente verifica effettuata il 3 giugno nel corso di qualifica professionale per “bibliotecario-tecnologo dell’informazione” del CPFP “L. Durand de La Penne” della Spezia.

Alcuni allievi del corso hanno interpretato la definizione 4.4.4.0. (“le date … possono essere ritenute equivalenti”) come un “liberi tutti” e hanno ritenuto senz’altro equivalente alla data di pubblicazione la data di stampa, che è di solito la più recente, anche quando era evidente che si trattava solo di ristampa. Ovviamente le REICAT non autorizzano questa scelta (4.4.4.2.c).

Si potrebbe dire che tali scelte sono frutto di inesperienza e, infatti, non sono state valutate come errori gravi. Tuttavia l’osservazione da fare, a mio avviso, è che la deregulation indurrà i catalogatori meno attenti a non preoccuparsi troppo di stampe, ristampe e copyright, lasciando al catalogatore di livello “MAX” o “SUP” il compito di inserire le eventuali opportune qualificazioni.

Il rischio maggiore è peraltro che qualche catalogatore si senta autorizzato a creare notizie bibliografiche prospettando edizioni inesistenti.

Torno così a riaffermare che sarebbe stato opportuno lasciare le qualificazioni al loro posto: alla semplificazione nella trascrizione segue la complicazione nell’analisi bibliografica del documento.

A proposito di data di pubblicazione

Nella circolare ICCU per l’applicazione delle REICAT in SBN, fra le poche variazioni alla descrizione bibliografica, viene accolta la norma REICAT 4.4.4.0 Definizione della data di pubblicazione.

L’applicazione delle REICAT in SBN determina due conseguenze:

1) sono eliminate le parentesi quadre, quando, in assenza di data di pubblicazione, gli anni di copyright e stampa coincidono;

2) sono considerati date di pubblicazione “quando possono essere ritenuti equivalenti a una data di pubblicazione” gli anni di copyright e stampa e “si riportano senza la qualificazione”.

Non sembri una variazione di poco conto.

L’omissione delle parentesi quadre e delle qualificazioni stravolge la filosofia della descrizione coordinata delle aree seconda e quarta, oltre a disinformare il lettore. Come è noto, la data di pubblicazione è la data dell’edizione e se per qualche ragione non si trova tale data, si ripiega su altre date: copyright, stampa, imprimatur, etc. riportandole con le appropriate qualificazioni. Che la data sia importante lo prova il fatto che deve essere sempre segnalata anche in forma dubitativa ([199.] [1995?] etc.). Il lettore deve sapere che tipo di data trova nella notizia bibliografica, altrimenti è una notizia come minimo imprecisa. Nella nuova edizione del 2004 del Catalogo di Revelli si legge che l’indicazione sostitutiva della data di stampa (o di altra data) in mancanza di quella di edizione deve essere qualificata come tale, “non può essere gabellata per data di edizione” (p. 100).

Le REICAT gabellano?

Ha ancora una sua funzione l’area dell’edizione?

Il problema ha una certa importanza nella redazione di un catalogo che non perda la memoria della teoria della divisione in aree e delle rispettive funzioni. Diverso è il discorso in una compilazione di bibliografia, in cui parentesi e qualificazioni possono appensantire la consultazione dell’elenco, anche se pure in questo ambito è auspicabile una coerenza fra le aree.

Data di pubblicazione in SBN e nelle REICAT

E’ stato sollevato un dubbio interessante a proposito di un punto della Circolare dell’ICCU sulle REICAT.

Si tratta della data di pubblicazione di cui si parla a p. 7 della Circolare: prima si dice che, applicando le REICAT

Gli anni di copyright o di stampa si riportano senza la qualificazione (©, stampa). Se gli anni di copyright e stampa coincidono, l’anno viene riportato senza parentesi quadre.

poi si aggiunge che in SBN si applica REICAT 4.4.5.2:

La data di stampa o manifattura si riporta, dopo le eventuali indicazioni del luogo e dello stampatore o responsabile della manifattura, se differisce da quella indicata come data di pubblicazione

Qualcuno si è chiesto se questa seconda norma non possa prevedere o legittimare la catalogazione delle singole ristampe, nella quale appunto si potrebbe riportare la data di pubblicazione originaria e successivamente la data della ristampa.

E’ vero che il testo delle REICAT prosegue dicendo

(escluse le ristampe inalterate, per le quali vedi il par. 4.4.4.5 B)

ma il 4.4.4.5 si basa su 1.7.1.2 e 1.7.1.4 che lasciano una possibilità di descrivere nel catalogo le ristampe, anche se questa viene indicata come soluzione non preferita. Le REICAT infatti, essendo formulate in termini generali e senza riferimento ad SBN o altri sistemi, a volte contemplano la possibilità di trattamenti diversi da quelli indicati come da adottare normalmente, per il caso che qualche particolare catalogo si volesse fare questa scelta (se poi questo sia un bene o un male è un altro discorso).

Nel caso di SBN mi pare comunque che la preoccupazione sia infondata.

La Circolare non ha certamente la funzione di sostituire in toto la Guida SBN, quindi le sue indicazioni vanno sempre viste nel contesto della Guida stessa.

La catalogazione in SBN prevede che le ristampe come tali non diano luogo alla creazione di una nuova notizia: la norma sopra citata però si applica quando si è stabilito che una nuova notiza è da creare, quindi non si applica alle ristampe Q.E.D. [questo è un sillogismo di tipo CELARENT]

Mi sembra quindi chiaro che l’applicazione delle REICAT in SBN non legittima assolutamente la creazione di nuove notizie per ogni ristampa, il che non vuol dire che qualcuno non lo farà – perché i catalogatori fanno di tutto – ma vuol dire che lo farà in modo abusivo.

Il caso più ovvio in cui invece si applica legittimamente la regola sulla data di stampa mi sembra evidentemente quello di una una prima (magari unica) edizione in cui la data di stampa è diversa da quella di pubblicazione.

A prima vista lo stesso potrebbe valere per una nuova edizione (qualificata o no come tale) che continua a recare come pata di pubblicazione (o di copyright senza data di pubblicazione) quella dell’edizione originale ma ha una data di stampa diversa: in questo caso però, se questa data di stampa corrisponde alla data di pubblicazione si dà come tale in base a REICAT 4.4.4.0. Si dà invece come data di stampa se non corrisponde alla data di pubblicazione, che sarà allora sconosciuta o comunque ricavata da fonti esterne.